Consegna a domicilio: occasione di servizio e di business

Dopo il lockdown, il delivery si ripropone con nuove soluzioni sfruttando l’apporto tecnologico

Durante il lockdown abbiamo assistito a un vero e proprio boom delle consegne a domicilio. Non solo piatti pronti come pizza, sushi e hamburger - recapitati dai driver nelle città svuotate dall’emergenza - ma anche una vera e propria spesa con più acquisti ordinati. Protagonisti di questo home delivery anche i piccoli negozi di vicinato, che si sono rivelati utili alleati delle famiglie italiane, svolgendo un servizio prezioso, in particolare per gli anziani e le persone in difficoltà.

Numerose le iniziative che hanno coinvolto amministrazioni locali, associazioni di commercianti, enti e organismi. Il Comune di Milano, ad esempio, ha creato una piattaforma con una mappa georeferenziata per segnalare in ogni quartiere le botteghe che consegnano beni di necessità a casa. Senza dimenticare PortaMi, iniziativa riservata agli over 70 non autosufficienti e disabili. Progetti analoghi sono nati in altre città: pensiamo a Bergamo.domicilio.app, Brescia.domicilio.it (varato con ActionAid), ConsegnaTo (messo a punto dall’Università di Torino in partnership con Ascom).

Interessante, poi, l’iniziativa nazionale lanciata lo scorso maggio da Confcommercio Giovani con www.ilnegoziovicino.it, sito gratuito che permette all’utente di trovare, per territorio o categoria merceologica, le attività a lui vicine che effettuano delivery, e al negoziante di farsi conoscere. Un progetto di successo, tanto che Facebook Italia ha deciso di valorizzarlo, dandone visibilità sulle proprie piattaforme.

«Abbiamo sempre creduto nel negozio vicino – spiega Andrea Colzani, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio – e oggi sono collegati alla piattaforma più di 5.000 esercenti. Stiamo attivando partnership e convenzioni al fine di creare un network di servizi ulteriori, che spaziano dalla formazione all a logistica. A breve, poi, partirà la sperimentazione pilota di un tool al fine di poter far dialogare sulla piattaforma esercente e cliente».

 


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