Il Covid ha rivoluzionato la strategia dei negozi di vicinato

Per l’Osservatorio Fida-Confcommercio, l’attuale contesto di mercato ha spinto molte imprese al dettaglio a puntare su innovazione e tecnologia.

Ci è voluto il lockdown della scorsa primavera per far riscoprire agli italiani i punti vendita alimentari di vicinato. Lo conferma l’Osservatorio che la Fida (Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione) ha commissionato a Format Research raccogliendo, lo scorso giugno, le testimonianze di un campione di 400 negozianti.

Cosa è emerso? Innanzitutto, che quasi un’impresa su due (47,3%, un dato che balza al 64,7% se consideriamo il solo Nord Ovest) ha rilevato un aumento di nuovi clienti. Ma il futuro è incerto, così come lo sono di conseguenza le aspettative di una fetta degli intervistati, ovvero quel 31% delle imprese che prevede un peggioramento della propria attività economica da qui a fine anno, a fronte di un 59% che ritiene che la situazione rimarrà stazionaria.

L’indagine evidenzia inoltre che, soprattutto nella fase più acuta della pandemia, i negozianti al dettaglio hanno dovuto risolvere problemi di carattere organizzativo mai affrontati prima. Ne è derivato un dispendio di energie e risorse, che ha assicurato un adeguamento tempestivo alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza: dalla pulizia e sanificazione quotidiana di ambienti e strumenti, all’installazione dei pannelli separatori in plexiglass tra dipendenti e clienti.

C’è di più: l’emergenza ha accelerato i processi di innovazione nel settore. Il 40,7% delle imprese ha, infatti, iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha puntato anche sull’asporto. Sul fronte digitale, sono cresciuti i negozi di vicinato che hanno avviato servizi online, come la prenotazione spesa tramite email (per il 13,1%), via social network (9%), con sistema click&collect (7,1%) e la vendita per mezzo di piattaforme web (4,7%).

L’Osservatorio rileva anche una crescente attenzione di questo canale verso la sostenibilità ambientale e l’economia circolare: il 56% effettua una gestione differenziata dei rifiuti, il 35% vende prodotti a Km 0 e il 31% utilizza imballaggi biodegradabili.

 

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