1. Autenticità e gazpacho
Acque vegetali, estratti di verdure, succhi e nettari di frutta antiossidanti fanno la parte da leone nei menù dei nuovi bar, accanto a caffè (estratti in modalità filtro o espresso), infusi e tè in foglie intere.
I consumatori chiedono bevande e cibo capaci di raccontare una storia, che rispettino l’ambiente e che siano autentici, ma soprattutto sani e disintossicanti.
Zuppe e gazpacho, per questo, andranno sempre più di moda.
2. Autoproduzione
Non importa cosa, l’importante è che sia fatto in casa. Così si spiega il successo (meritato) di posti come Lievita a Riccione, dove tutto è fatto in casa, comprese le brioche con lievito madre, o della Pasqualina a Bergamo, dove si tosta in casa il caffè crudo e il gelato viene prodotto dietro il bancone, esclusivamente con materie prime freschissime e di prima qualità.
Da un paio d’anni la ristorazione ha iniziato a enfatizzare la presenza di un orto di proprietà, curato personalmente dallo chef (un esempio su tutti, l’Erba Brusca di Milano). Che sia venuto il tempo anche dei bar con zucchine, pomodori e insalate a chilometro zero?
3. Veg Buffet
Che sia a ora di pranzo o la sera, l’aperitivo è sempre più vegano.
Una tendenza generale, promossa da famosi chef e non solo da chi è vegano e vegetariano, che vede la richiesta e la preparazione di più piatti a base vegetale e meno a base di proteine animali e carboidrati.
Anche come stuzzichini all’ora dell’aperitivo. Il trend va a braccetto con quello del biologico, del basso impatto ambientale, della riduzione di spreco di energia per la produzione di cibo, della prevenzione di malattie metaboliche, dell’antiage, della dieta flexitariana (ovvero strettamente vegetariana solo alcuni giorni della settimana).
4. Tiki Style
Collane di fiori tropicali, ukulele in sottofondo, camicie colorate, palme e frutta esotica: sono questi gli elementi di un’ambientazione Tiki Style che gli esperti assicurano sarà uno dei trend della prossima estate.
Il termine prende il nome dai totem polinesiani, hawaiiani e caraibici, scolpiti in pietra o in legno e raffiguranti divinità dalle sembianze umane.
L’ispirazione Tiki ha influenzato vari ambiti: l’arredamento, l’oggettistica, l’abbigliamento e persino i cocktail, come Mai Tai, Scorpion, Zombi, Navy Grog, Big Bamboo, Piña Colada, che mettono allegria e piacciono a uomini e donne, indistintamente.
La base tipica di questi cocktail è il rum, lo spirit caraibico per eccellenza, a cui si mescolano sciroppi e succhi, meglio se freschi e tropicali, con l’aggiunta di fette di frutta.
5. Wine&Beer cocktail
C’è chi assicura che sarà questa una delle mode più dilaganti del 2017.
Non solo Spritz, Hugo, Radler, ma anche tanti altri nuovi cocktail a base di birra (con rum, brandy, ginger, tequila, Redbull ecc) e di vino - dal Prosecco al Lambrusco, dal Bardolino al Negroamaro - complice anche il lancio di prodotti ad hoc per la mixology da parte delle più note maison di champagne.
I wine & beer lover forse non apprezzeranno, ma il grande pubblico sì, eccome.
6. Mixology sì ma con semplicità e vintage
Ne sono tutti convinti. È finito il tempo delle attese infinite nella speranza che il master mixologist di turno finisca di preparare il vostro cocktail con ingredienti rari e sconosciuti.
Fresco, semplice e locale sembra essere il nuovo motto delle nuove proposte anche per quanto riguarda l’arte della miscelazione, con un occhio di riguardo al new old style alcolico che presta attenzione ai vermouth d’antan, nonché a liquori e amari di gloriosa memoria.
7. Analcolici? a tutto mocktail
Letteralmente significa “caricatura di un cocktail” ed è l’espressione utilizzata negli Stati Uniti per definire tutte quelle bevande che nell’estetica e in gran parte degli ingredienti si ispirano ai cocktail ma non contengono alcol.
Per dirla nello slang dei giovani, è un cocktail fake. Dalla Virgin Colada al Frozen Beach Bellini, si tratta di bevande dissetanti e gustose molto amate anche da chi ha sempre un occhio di riguardo alla linea e gli esperti dicono che la richiesta di questo genere di proposte aumenterà sempre di più.
8. Caffè taylor made e sostenibile
L’innovazione delle macchine da caffè, cuore pulsante di ogni bar, sta prendendo queste due strade: se da un lato avanzano le super-automatiche, dall’altro le macchine tradizionali rimettono al centro la figura del barista, che diventa “maestro caffettiere” in grado di stabilire gusto e qualità agendo manualmente su vari parametri.
Con un occhio al risparmio energetico: macchine, cioè, volte a ridurre al minimo i consumi, intelligenti, in grado di erogare un espresso di qualità senza inutili sprechi di risorse.
9. Mise en place? come un vestito
La tableware più alla moda è esattamente come l’armadio di una donna. Muta a seconda dei momenti e delle esigenze della giornata, spaziando dall’usa e getta ecologico e innovativo alla mise en place più classica e raffinata, fino ad arrivare alle ultime soluzioni di design.
Ogni occasione della giornata, quindi, potrebbe avere uno stile dedicato, ma se questo può richiedere investimenti di un certo tipo e non tutti possono avere un tableware infinito, la cosa essenziale è lo stile: identificato il tema, va seguito, senza mischiare.
10. Ospitalità e servizio al primo posto
A sentire i pareri dei clienti, tutti possono fare un buon cocktail o somministrare un qualsiasi altro tipo di bevanda. La differenza, a cui un numero sempre maggiore di consumatori presta attenzione, si gioca sulla qualità del servizio e su quel senso di “sentirsi a casa” che la globalizzazione ha in un certo senso offuscato.
È un mondo complesso e variegato quello della nuova ospitalità, che deve dare sfogo anche alla creatività per intercettare nuove esigenze: bar con spazi gioco per i bambini, postazioni di ricarica per smartphone e tablet, una ciotola sempre pronta per l’amico a quattro zampe.
Il cliente di oggi è connesso, curioso, cosmopolita ma alla ricerca di un’esperienza multisensoriale e desideroso di un relax dai risvolti “casalinghi”.
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