Se c’era bisogno di conferme, la crisi Coronavirus ha dimostrato ancora una volta la creatività e la tenacia degli imprenditori del fuori casa. La forzata chiusura al pubblico, infatti, li ha spinti a inventarsi nuove soluzioni, come il delivery personalizzato, i dinner bond, promozioni mirate e tanto altro, per mantenere vivo il legame con i clienti, anche se con altre modalità.
Il riscontro ottenuto lascia pensare che anche in futuro gli operatori continueranno a investire in questi servizi.
Anche perché le norme relative al mantenimento delle distanze, almeno in questa fase 2, riducono inevitabilmente la capienza dei locali e quindi l’affluenza. A Bolzano, per esempio, Florian Puff, titolare del Café Maschin, nel centro storico, si è attrezzato con largo anticipo alle limitazioni da osservare, allestendo nel suo locale divisori in plexiglas.
«Nei mesi di lockdown abbiamo pensato a come organizzarci al meglio e per tempo, per essere subito pronti ad accogliere i nostri clienti». Ma sulla ripartenza resta scettico, soprattutto in merito al numero minimo di clienti.
«Al posto di cinque tavoli all’interno – spiega Puff – ora ce ne sono solo due. Anche all’aperto abbiamo dovuto ridurli per garantire la distanza minima. Con questa riduzione sarà quasi impossibile far tornare i conti».
E allora anche per i bar vengono in soccorso il delivery e il take away, soprattutto per il momento dell’aperitivo, il gelato e la colazione.
DRINK E DOLCI A DOMICILIO
L’aperitivo e il gelato sono state due delle richieste più gettonate per la consegna a domicilio dei bar durante la chiusura e presumibilmente saranno apprezzate anche in questi primi mesi di riapertura.
In particolare il delivery di cocktail, soprattutto dei grandi classici, dal Negroni al Gin Tonic offerto in alcuni locali in giro per l’Italia, storie interessanti che possono ispirare anche altri esercizi e costituire un modo per integrare la normale attività dei bar nel post emergenza.
Prendiamo I Parolai di Siena. «Se non c’è socialità, un locale non esiste, con il delivery vogliamo mantenere il rapporto con la clientela e allargare il nostro pubblico. Avevo già l’idea di lanciare una linea di cocktail imbottigliati, così ci siamo decisi a farlo - racconta Paolo Cesareo Moretti, proprietario del locale che ha aperto i battenti nel 2015».
Il cocktail arriva a casa dei clienti in bottiglia, a 7 euro, e il servizio è attivo tutti i giorni. Il pagamento avviene in contanti alla consegna o via PayPal.
Altro esempio virtuoso arriva dal The Craftsman di Reggio Emilia. «Siamo partiti subito dai primi di marzo con il delivery – racconta il proprietario Riccardo Soncini –. Ci è sembrata una risposta giusta per mantenere l’attività. Abbiamo due locali, il bar e il ristorante, e la dispensa, all’inizio della chiusura, era piena. Così ci ci siamo detti, perché non provare? La nostra clientela ha risposto subito con entusiasmo e abbiamo attirato anche nuovi clienti».
Gli ordini si prendono al telefono e per divulgare i diversi menù settimanali usano la pagina Facebook del locale. La media è sui 30 euro a consegna e include il cocktail, dal Martini al Negroni, a cinque euro, e piatti che spaziano dalle lasagne al pesce. Ma si può ordinare “dalla dispensa” anche il ragù alla bolognese e il brodo, per chi ha bisogno semplicemente di completare le proprie ricette. La consegna viene fatta con un’auto elettrica, per cui il servizio è anche green.
Nel cuore del Pigneto, a Roma, CoSo Cocktail & Social ha offerto il delivery tutti i giorni dall’inizio del lockdown e, anche se adesso il locale ha riaperto, non ha intenzione di interrompere il servizio. Dalla carta si possono ordinare dodici classici e quattro signature, tra cui il best seller Carbonara Sour.
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