Scatta l’obbligo della Pec. E, da ora in poi, gli esercenti dovranno munirsene, onde evitare di incorrere in spiacevoli multe. Discorso che vale, quindi, anche per i proprietari di pizzerie che, dallo scorso 1° ottobre, sono chiamati a fornire al Registro delle Imprese il proprio indirizzo telematico. L’obiettivo? Agevolare e rendere più efficiente e immediata la comunicazione tra le aziende e la pubblica amministrazione.
Questo provvedimento, inserito nel decreto legge Semplificazioni (convertito in legge lo scorso 11 settembre) prevede che la Pec sia esclusiva (ovvero, che non sia utilizzata congiuntamente e in coabitazione tra diverse società) e che, contenendo la firma elettronica, abbia un assoluto valore legale. Praticamente, sostituisce la vecchia raccomandata cartacea a/r, con tanto di ricevuta (digitale) di ritorno, garantendo, di conseguenza, un risparmio economico per chi la invia.
La Pec, per la cronaca, era già stata resa obbligatoria dal 1° luglio 2013. Con quella legge, la mancata comunicazione da parte di un’azienda del proprio indirizzo di posta certificato comportava una sospensione di tre mesi. Un periodo proposto per sanare la situazione e mettersi, quindi, in regola. Se ciò non avveniva nei termini stabiliti, era prevista una sanzione che poteva arrivare fino a un valore massimo di 1.032 euro. Ora, invece, tutto è stato reso più severo per garantire una giusta osservanza e applicazione di tale strumento elettronico.
Con la nuova normativa, infatti, per tutte quelle aziende che, in seguito a controllo, risultino sprovviste di Pec, è prevista un’ammenda, evitabile solo se si regolarizza la propria situazione entro i 30 giorni successivi. Sanzione che il Governo ha indicato in un range che va da 206 a 2.064 euro per le società, mentre per le imprese individuali si parte da un minimo di 30 euro fino al rischio di dovere sborsare 1.548 euro.
Ma come si ottiene un indirizzo Pec? Semplice: è necessario farne richiesta all’Agenzia per l’Italia Digitale (www.agid.gov.it). Solitamente il costo annuale per un indirizzo, con una capienza minima di 100 mb, è pari a 5 euro Iva esclusa.
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