Vendemmia 2020: meno vino, ma di qualità

La raccolta, quest’anno, è risultata di alto livello. In calo la quantità complessiva, senza che ciò desti preoccupazione per il settore, che assicura l’ottimo livello delle uve

Il 2020 è un’annata da dimenticare e ne conosciamo bene la ragione principale. Però c’è almeno un aspetto, solo in parte consolatorio, che potrebbe dare a questa stagione un senso. Anche se solo dal punto di vista enologico. Stando, infatti, ai riscontri ottenuti dalla vendemmia, l’anno in corso darà vita a un vino italiano che saprà deliziare il palato dei wine lover.

E si sa, un buon vino risolleva il morale dei ristoratori, oggi di certo non alle stelle, che andranno a colpo sicuro quando lo serviranno ai clienti seduti al tavolo.

Dalla raccolta delle uve sono, quindi, emersi segnali e indicazioni piuttosto lusinghieri e in grado di porre le giuste basi per un’offerta di qualità, anche se il livello di produzione globale quest’anno ha accusato una battuta d’arresto rispetto al 2019. Poco, ma buono dunque, come dimostrano i dati elaborati da Assoenologi, Ismea e Uiv (Unione Italiana Vini).

Innanzitutto, la produzione di mosto e vino totale si è attestata a quota 46,6 milioni, in calo del 2% rispetto alla stagione scorsa dovuta a una minore resa in campo e in cantina. La contrazione maggiore è stata riportata nei terroir del Centro e Sud Italia, soprattutto in quelli situati in zone importanti dal punto di vista vitivinicolo, con picchi negativi in Toscana (-21%) e Sicilia (-20%) e leggermente più attenuati in Umbria e Lazio, dove la flessione è risultata, in entrambi i casi, pari a dieci punti percentuali.

Nel resto del Paese, invece, la quantità di uve prodotte è risultata in crescita. Il Veneto non ha riempito di molto le sue vasche di vinificazione rispetto a quanto fatto nel 2019, registrando un lieve aumento produttivo dell’1%, ma ha ribadito il primato di regione dove si produce di più a livello nazionale con circa 11 milioni di quintali di vino.

Il dato al ribasso sulla produzione, in ogni caso, non preoccupa gli addetti ai lavori più propensi ad applaudire la sostanza del vino che non ha deluso le attese.
‘’La natura è riuscita a esprimere in un anno di estrema difficoltà una vendemmia ovunque molto equilibrata e, in molte aree, certamente, da ricordare – ha dichiarato Ernesto Abbona, presidente dell’Uiv –. L’ottima qualità, unita alla giusta quantità, saranno di aiuto per le aziende in questa particolare congiuntura economica. I volumi, sensibilmente più bassi (-2%) della media dell’ultimo quinquennio, consentiranno di contenere le tensioni del mercato interno determinate dalle rinnovate restrizioni imposte dalle ultime misure governative e, sul fronte internazionale, dalla dilagante emergenza sanitaria globale’’.

 

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