Buoni pasto: è arrivata la svolta

Le commissioni sono state finalmente limitate al 5%. Una novità che cambierà la gestione dell'attività, garantendo un risparmio significativo

Il settore dei buoni pasto, il cui valore è stimato oltre 4 miliardi di euro nel 2023 (rispetto ai 3,2 miliardi del 2018, secondo l’ANSEB, l’Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto), sta vivendo un cambiamento che tocca l'attività dei ristoranti. Per troppo tempo accettare i buoni pasto ha comportato oneri insostenibili, con commissioni che superavano il 22% nel mercato pubblico e si attestavano mediamente al 14% nel privato. Questa prassi gravava pesantemente sulle attività, nonostante il regime di defiscalizzazione e decontribuzione di cui godono questi benefit aziendali (art. 51 del Testo unico delle imposte sui redditi).

Fipe ha istituito lo Sportello SOS Buoni Pasto per offrire assistenza legale e operativa. L'associazione ha inoltre promosso un'intensa attività di sensibilizzazione che ha portato a interventi normativi cruciali.

Grazie all'impegno delle associazioni di categoria, è stato introdotto un tetto massimo del 5% alle commissioni richieste dagli emettitori, inclusi tutti i servizi aggiuntivi. Questo limite, inizialmente introdotto nel settore pubblico con il Decreto Aiuti del 2022, è stato poi esteso al settore privato con la legge n. 193/2024.

I primi effetti sono già evidenti: l'applicazione del tetto del 5% ha generato un risparmio di circa 134 milioni di euro per gli esercenti. Nel settore privato, l'Ufficio Studi FIPE stima un risparmio potenziale di circa 240 milioni di euro all'anno, grazie alla riduzione delle commissioni e dei costi accessori.

È fondamentale sapere che, per i buoni pasto emessi entro il1° settembre 2025, continueranno ad applicarsi le condizioni dei contratti stipulati prima dell'entrata in vigore della legge sulla concorrenza, ma tali condizioni non potranno protrarsi oltre il 31 dicembre 2025.

 

 

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