Nel 2020, secondo le stime dell’Unwto, World tourism organization, i turisti under 35 faranno 320 milioni di viaggi internazionali. Ma con quali modalità? Se lo sono chiesto i ricercatori dell’Efti, European Tourism Future Institute, che hanno messo sotto la lente di ingrandimento Millennials (i nati tra gli anni Ottanta e il Duemila) e la cosiddetta Generazione Z (o Centennials, nati dal 1995 al 2010). Dall’indagine sono emerse dinamiche rilevanti per quanto riguarda non solo l’uso dei social network e dei media digitali nelle scelte relative ai consumi turistici, ma anche tendenze inedite.
Un aspetto che accomuna Millennials e Gen Z è il consumo collaborativo, grazie all’uso di piattaforme online, a partire da AirBnB. In Italia è un fenomeno rilevante soprattutto al nord e interessa in prevalenza gli uomini. Le donne sembrerebbero più riluttanti alle possibilità della sharing economy.
Nell’insieme, i giovani viaggiatori vanno alla ricerca di esperienze nuove, culture diverse, con cui entrano maggiormente in contatto anche attraverso la condivisione della vita quotidiana. Inoltre nella maggioranza dei casi si organizzano da soli la vacanza, cercando informazioni in tempo reale. Per gli operatori del turismo, ciò significa investire sui canali di messaggistica quali WhatsApp, Instagram, Snapchat.
Lo studio conferma anche l’emergere di una nuova tendenza, quella della vacanza virtuale, esperienze in stile “second life”, in cui il turista del futuro è un avatar di se stesso. I viaggi di questo tipo sembrano imporsi tra i giovani e il mercato si sta già muovendo in questa direzione, come dimostra la diffusione di caschi e maschere per la visione in 3D che si collegano con gli smartphone per offrire appunto l’opportunità di compiere viaggi virtuali.
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