Alberghi: Cig fino a fine anno, ma è polemica sugli sgravi

Pressoché coperte le richieste di ammortizzatori sociali da parte delle strutture alberghiere

Turismo flebile, viaggi business congelati e smart working diffuso hanno svuotato le stanze di una larga fetta di alberghi del Bel Paese. Il Governo è corso in aiuto al settore e, con il decreto Agosto, prolungato la possibilità di usufruire di ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre.
Per le ultime 9 settimane, l’integrazione salariale prevede il pagamento da parte del datore di lavoro di un’addizionale: pari al 9% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate durante la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, se c’è stata una riduzione di fatturato inferiore al 20%; del 18%, invece, nel caso in cui tale calo non ci sia stato.

La Cig in deroga è stata richiesta da praticamente tutte le imprese alberghiere, fa sapere Federalberghi, e ad agosto è stata completata la sua erogazione.
Per richiederla bisogna collegarsi al portale online delI’Inps nella sezione Aziende, consulenti e professionisti, alla voce Servizi per aziende e consulenti, opzione CIG e Fondi di solidarietà.
Al momento dell’inserimento della scheda sarà possibile scegliere l’apposita causale denominata COVID-19 nazionale, allegando l’elenco dei lavoratori beneficiari.

Il prolungamento dell’ammortizzatore sociale dà dunque respiro al mondo dell’hotellerie. Ora, però, rimane aperta la questione sgravi fiscali. Il governo li riconosce solo a quelle strutture alberghiere che cessano completamente il ricorso all’integrazione salariale per i propri dipendenti, reintegrandoli. Per chi, invece, pianifica un ritorno all’attività graduale, tale agevolazione non ci sarà.

Questa decisione, secondo Federalberghi, esclude tutte le aziende che per difficoltà non possono riprendere a pieno ritmo la loro attività. «Ci sono tanti casi discriminati – sostiene Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi –. Pensate, per esempio, a un albergo che non può permettere l’accesso alla sua zona Spa o congressi, così come una catena alberghiera che decide di aprire solo le sue strutture dove è prevalente la presenza di turisti italiani, tenendo chiuse quelle gettonate in maggioranza da ospiti stranieri. Federalberghi ha, quindi, presentato degli emendamenti al decreto, che spingono a riconoscere benefici contributivi anche nel caso di ritorno parziale dalla cassa integrazione».

 


Testi: C+C Cash & Carry. Tutti i diritti riservati. È vietato prelevare e riprodurre immagini e testi.
È permesso riprendere brevi citazioni, a condizione che sia indicata la fonte.