Passito di Pantelleria

È dei vini dolci più apprezzati nel mondo per l’aroma delicato e il sapore generoso

Caldo e seducente, il Passito di Pantelleria è uno dei vini più famosi del mondo.
Il vitigno con cui viene prodotto è lo Zibibbo, conosciuto anche con il nome di Moscato di Alessandria, Moscato di Pantelleria, Salamanna o Moscatellone.
Ma questo vino, che dal 1971 fa parte della Doc Pantelleria, è molto di più di un semplice prodotto enologico: in sé racchiude la storia, le tradizioni, i paesaggi e i colori della sua terra, in un caleidoscopio di sfumature di rara intensità, in cui vento e siccità sono due ingredienti fondamentali.
«Pantelleria e la sua viticoltura di tradizione, insieme alle altre coltivazioni tipiche dell’isola, hanno reso il paesaggio un giacimento unico e identitario. Con la recente valorizzazione dei tipici muretti a secco, inseriti nel Registro dei paesaggi rurali storici si è compiuto un altro importante passo avanti nel processo di tutela e promozione dell’agricoltura dell’isola, che aveva già avuto il riconoscimento Unesco per la caratteristica della coltivazione della vite ad alberello».
Non nasconde il suo orgoglio per questi importanti attestati Benedetto Renda, presidente del Consorzio Volontario di Tutela dei vini Doc dell’isola di Pantelleria nato nel 1997 su iniziativa delle aziende più rappresentative dell’isola. Ad accomunare queste realtà produttive è la comune visione sul potenziale economico e di immagine che possono avere i vini a denominazione d’origine prodotti con l’uva Zibibbo.
Tutela e valorizzazione sono gli assi portanti dell’operato del Consorzio, che fin dagli albori ha dato vita alla campagna per la salvaguardia colturale e culturale di una delle più nobili e antiche espressioni dell’agricoltura mediterranea, che permette la sopravvivenza del micro enosistema che caratterizza il paesaggio rurale di Pantelleria. Attualmente, la superficie vitata è di quasi 395 ettari e i quintali di uva Doc prodotta sono oltre 17.000.

I CONSIGLI DEL SOMMELIER
Le uve, una volta raccolte, vengono fatte appassire al sole e vinificate solo quando gran parte dell’acqua è evaporata e gli zuccheri e gli aromi si sono naturalmente concentrati.
«Questo è il segreto del colore, degli aromi e dei sapori del Passito di Pantelleria – osserva il sommelier Marco Masè -. Al naso esprime profumi intensi e seducenti con sentori di frutta candita, frutta secca, miele, cenni tropicali e spezie. Il sorso è armonioso, ricco, morbido con giusta dolcezza e persistenza gustativa. Il calice ideale per servirlo è il tulipano piccolo. È perfetto con i biscotti, il cioccolato, le crostate, oltre che con tutti i dolci della tradizione siciliana. È inoltre ottimo servito, assai freddo, sui 10 gradi, come aperitivo e, al pari di altri vini corposi e spiccatamente alcolici, può essere consumato anche da solo come un eccellente vino da meditazione, magari abbinato a un buon sigaro non troppo forte». 

 

 

 

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