La pandemia ha rivoluzionato il modo di fare la spesa e la scelta di cosa portare in tavola. Ecco, dunque, nascere nuove tendenze, cruciali per il futuro del dettaglio. Per analizzare le nuove tendenze del mercato, McKinsey, società internazionale di consulenza, ha realizzato, in collaborazione con Eurocommerce, una ricerca sulle tendenze del commercio alimentare.
Partendo dalle risposte fornite da oltre 10.000 consumatori di diversi Paesi (Italia compresa) e da 50 manager del food, il report ha individuato le principali tendenze scaturite nell’era Covid nel settore alimentare in Europa e che ci accompagneranno nei prossimi anni.
Nel 2020 l'Italia è stata tra i Paesi europei dove l'e-commerce nel grocery è cresciuto di più (circa il 60%). Un’abitudine che metà dei nostri connazionali dichiara di voler continuare a fare, anche una volta superato questo periodo critico. Il prezzo è una variabile di estrema importanza. Il 39% degli italiani intervistati ammette di aver intenzione di trovare nuovi modi per risparmiare e il 40% di cercare di cogliere le migliori promozioni.
Benché più attenti alla convenienza, non sono però disposti a cedere sulla qualità. Anzi, si aspettano una qualità maggiore anche nei prodotti che appartengono alle fasce di prezzo più basso. Il 26% vuole risparmiare ma chiede anche prodotti più sicuri e più sani. Il 30% è disposto a spendere di più per un'alimentazione sana così come per acquistare alimenti ecosostenibili (+ 9% rispetto alla media europea).
Anche il made in Italy trionfa. Venti italiani su 100 dichiarano che nel coro dell’anno hanno comprato meno prodotti d’importazione, mentre 30 su 100 privilegiano gli acquisti di alimenti regionali o locali.
Anche cucinare a casa sta diventando pesante. Dopo un anno tra le pareti domestiche ci si orienta sempre più verso prodotti alimentari ready-to-eat. Un trend destinato a crescere, tanto che moltissime aziende alimentari considerano una priorità assoluta il mondo degli alimenti pronti, i cosidetti convenience food.
Tra i fenomeni in crescita presso il mondo del dettaglio alimentare c'è l'informatizzazione, sia in una chiave di aumento dell'efficienza sia come plus competitivo rispetto ai concorrenti. Con una crescita annuale del 13% degli investimenti dedicati all'automazione dei processi, la velocità nell'adottare le soluzioni più performanti diventa un fattore di differenziazione sempre più rilevante tra i retailer. Così come sarà sempre più determinante la capacità di di offrire soluzioni personalizzate per i clienti, che potrebbe sviluppare un 3-6% di vendite aggiuntive.
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