Frutta in guscio, ne mangiamo 3 chili a testa

Un comparto che vale più di un miliardo di euro e che continua a crescere

Tra le tante tendenze del panorama alimentare, arriva anche quella del boom della frutta secca: pistacchi, noci, mandorle, nocciole hanno registrato l’anno scorso una crescita del 10% per una spesa che ha superato la soglia di un miliardo di euro.
Lo documenta la Coldiretti su dati Ismea, che evidenziano la svolta nel carrello per questi prodotti dall’alto valore nutrizionale e salutistico, in netta controtendenza rispetto alla media del settore alimentare. «I consumi della frutta in guscio - sottolinea Coldiretti - sono raddoppiati negli ultimi dieci anni raggiungendo 3 chilogrammi all’anno per persona. Considerati in passato nemici della linea per il loro apporto calorico, mandorle, noci pistacchi & C sono stati oggi giustamente rivalutati come preziosi alleati della nostra salute».
 Sono infatti ricchissimi di antiossidanti, acidi grassi che fanno bene al colesterolo, sali minerali e vitamina E, preziosi per la pelle e i capelli e per rafforzare il sistema immunitario. Insomma dei veri superfood naturali che possiamo acquistare in guscio, già sgusciati o sotto forma di trasformati come barrette, muesli e snack, per una riserva di energia.
In Italia si raccolgono 300.000 tonnellate di frutta in guscio all’anno. Noci e nocciole sono presenti lungo tutta la Penisola, anche se la produzione è concentrata tra Piemonte, Campania, Lazio, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto.
Mandorle e pistacchi sono invece tipici del Sud con Puglia, Calabria e Sicilia in testa. I pinoli sono raccolti principalmente lungo le coste e in montagna. La crescita dei consumi sta portando anche a un aumento dei terreni dedicati a queste coltivazioni con un + 30% di noccioleti e mandorleti previsto nei prossimi dieci anni, anche se rimane sempre forte il flusso delle importazioni».

Gli arrivi dall’estero hanno superato infatti nel 2017 900 milioni di euro, in particolare da Stati Uniti (noci e mandorle dalla California), Iran (pistacchi), Turchia (noci e nocciole) e Cina (pinoli) ma non mancano anche prodotti dal Cile, dall’Argentina, e dall’Australia.





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