Viene anche chiamato carciofo di Gerusalemme, girasole del Canada o rapa tedesca: il topinambur (Helianthus tuberosus) è un tubero poco noto e consumato ma sorprendentemente ricco di benefici.
Ingrediente di rigore nella bagna cauda piemontese, questo ortaggio sta ritrovando in stagione (autunno e inverno) una sua discreta presenza nei mercati.
La pianta, imparentata con il girasole, è originaria del Canada e del Nord America in generale ma pare fosse già nota e coltivata dai popoli dell’America centrale e meridionale ai tempi della colonizzazione spagnola.
Portata in Europa nel XVI secolo dall’esploratore francese Samuel de Champlain, ebbe una diffusione vastissima.
Del topinambur si consuma il gustoso tubero radicale, che si forma appena prima della fioritura, da fine agosto a tutto ottobre e che si presenta assai bitorzoluto, con striature giallo-marroni e polpa bianca e croccante.
Nella nostra Penisola, oltre alla popolarità acquisita in Piemonte, la maggior produzione si concentra in Veneto, oltre la metà di quella nazionale che si stima in circa 5.000 quintali.
Questo ortaggio, dal gusto delicato tra il carciofo e la patata è una vera miniera di proprietà salutari. Innanzitutto è ricco di inulina, sostanza che ha il potere di ridurre il glucosio nel sangue ed è quindi indicato nelle diete per i diabetici, migliora il metabolismo dei lipidi, abbassa il livello di colesterolo, trigliceridi e fosfoslipidi nel sangue.
Questo medicamento naturale è anche, essenzialmente, un’ottima pietanza, versatile e adatta a molte interpretazioni gastronomiche: cruda o cotta, condita con olio, aceto e sale con l’aggiunta di erbe aromatiche; soffritta con le salsicce o in umido al pomodoro, affettata sottilmente e fritta come le patatine.
Inoltre va considerato che con una buona aggiunta di succo di limone alla polpa tagliata a fettine o grattugiata le proprietà dell’inulina vengono potenziate.
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