I contadini dell’Antica Roma impastavano cereali, sale ed erbe aromatiche per poi mettere sui carboni ardenti una sorta di focaccia bassa e ovale (dal latino pinsere, cioè allungare, schiacciare) sulla quale poggiavano verdure, piccoli pezzi di carne o frutta.
Nonostante le sue origini antichissime, citata da Virgilio nell’Eneide, la pinsa fino a poco tempo fa era nota solo nella Capitale e dintorni. Nell’arco di poco tempo è però riuscita a conquistare il palato degli italiani ed è un trend topic di questi ultimi anni.
I dati emersi da una recente indagine Nielsen hanno messo in evidenza un mercato in grande fermento che l’anno scorso ha fatto registrare un incremento del 180% rispetto all’anno precedente.
Grazie ad un impasto ottenuto da una particolare miscela di farine, l’assenza di grasso animale, l’impiego di poco olio e sale oltre a una lievitazione di almeno 24 ore, assicurano alla pinsa leggerezza e digeribilità. Caratteristiche fondamentali per un prodotto che sta riscuotendo popolarità da parte di chi, anche fuori casa, cerca una proposta gourmet e nello stesso tempo veloce da mangiare.
Il successo della pinsa è confermato anche dalla crescita delle aziende specializzate, come Pinsalab. Grazie alle loro basi precotte fresche e pronte da infornare, i ristoratori hanno la possibilità di sperimentare la propria creatività con la farcitura di ingredienti, dai più semplici a quelli più ricercati per offrire un prodotto che stuzzica l’appetito senza dover mettere le mani in pasta e senza ottenere la specializzazione di pinsaiolo.
Un modo per andare incontro alle esigenze di chi opera nel settore Horeca ed essere al passo con le richieste dei clienti.
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