Tutti per uno, uno per tutti: un solo Pos per i buoni pasto elettronici

Buona notizia per esercenti e pizzerie: il Governo italiano ha stabilito che si potrà usare un unico dispositivo per leggere i ticket restaurant elettronici

Un solo Pos per ogni buono pasto è finalmente possibile. Lo stabilisce la legge. L’esecutivo italiano, infatti, ha deciso di mettere ordine nel pagamento in materia di ticket lunch elettronici (raccolti in un tesserino magnetico), scegliendo di renderli “leggibili” da un unico terminale di pagamento, qualunque sia la società emettitrice.
Un cambiamento importante per gli esercenti, che scaturisce dall’approvazione - da parte della   e Lavori Pubblici del Senato - di due emendamenti contenuti nel decreto Semplificazioni.
Obiettivo: velocizzare e modernizzare il sistema di utilizzo e pagamento dei buoni pasto non cartacei, garantendo al contempo un sostanzioso risparmio ai gestori dei locali che, a partire da ora in poi, non saranno obbligati a dotarsi di più dispositivi diversi a seconda del voucher presentato dal cliente.

La decisione di avere un unico lettore sancisce, dunque, una vittoria della Fipe, da tempo paladina di questa soluzione. Una battaglia portata avanti e motivata dai numeri che ora parlano di un risparmio evidente per il titolare di un esercizio pubblico. Basti considerare che ogni dispositivo di pagamento cashless implica un costo fisso che mediamente si aggira, secondo la stessa Fipe, intorno ai 500 euro all’anno, comprensivo di installazione, canone mensile e commissione applicata sulla transazione. Evitare tale aggravio economico fornisce ossigeno al fuori casa attualmente in difficoltà.

«È stata una fatica immane raggiungere questo risultato e far prevalere il buon senso sugli interessi di parte – esclama Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio –. Il prossimo step sul quale siamo intenzionati a chiedere una modifica riguarda l’esigenza di abbassare il valore della commissione che grava sulle transazioni di pagamento e che, attualmente, corrisponde a circa il 30% dell’importo. Una spesa insostenibile soprattutto per quelle attività di piccola dimensione incapaci di reggere lo scossone economico provocato dalla chiusura forzata imposta nei mesi di marzo e aprile».

Penalizzato dal lockdown e dallo smart working, è difficile che il business dei buoni pasto possa ripetere la buona performance dello scorso anno, quando l’insieme dei voucher, come afferma uno studio condotto da Confcommercio, ha generato un valore di circa 3,3 miliardi di euro, per un totale di oltre 500.000 ticket restaurant emessi sul mercato.

 

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