Matteo Sarzana (Assodelivery): il food delivery è diventata prassi e migliorerà il business dei ristoratori

Il numero uno dell’associazione di categoria analizza come il servizio di consegna sia diventato per gli esercenti un asset imprescindibile. E vincente.

Delivery, dall’inglese, significa consegna. Parola ufficialmente entrata, con l’inizio della pandemia, nel gergo quotidiano degli italiani e che, abbinata al cibo, è diventata oggigiorno una prassi, dando vita a una parziale soluzione che, in questi mesi difficili, ha permesso a molte realtà ristorative di respirare una leggera boccata di ossigeno e generare qualche ricavo.

Certamente un palliativo, una sorta di cerotto per arginare in parte una ferita che rischia giorno dopo giorno di allargarsi. Questo perché è evidente che non si possa vivere di solo delivery quando si è proprietari di un ristorante. Detto ciò, il servizio è oggi visto con meno remore sia da parte degli stessi ristoratori, obbligati in qualche modo a farvi ricorso, sia per i consumatori finali che, a loro volta dovendo rimanere tra le mura di casa, hanno iniziato gradualmente ad apprezzare la consegna a domicilio di saporiti pasti (perché, riconosciamolo, a non tutti stuzzica e affascina così tanto la voglia di mettersi ai fornelli).
 
Che il delivery sia passato da business marginale e voce strategica, lo dimostrano quindi i dati. Stando, infatti, a uno studio condotto dalla società di marketing e consulenza We Are Fiber, da marzo a oggi gli ordini presso i ristoranti sono aumentati mediamente del 40% rispetto allo stesso periodo del 2019, con il picco registrato ad agosto, quando le richieste di farsi recapitare a casa il pasto sono raddoppiate.

Insomma, il Covid ha sdoganato una modalità di somministrare cibo ai clienti che, fino al suo nefasto avvento, era utilizzata solo da un target ristretto, mentre oggi l’abitudine si è diffusa. Per saperne di più, abbiamo intervistato Matteo Sarzana, attuale amministratore delegato di Deliveroo, nonché presidente di Assodelivery, l’associazione che raggruppa e rappresenta le principali categorie del settore delle consegne di cibo a domicilio.

Dottor Sarzana, la situazione per il canale Horeca rimane critica. Come associazione che messaggio volete trasmettere agli esercenti del fuori casa e ai vostri clienti?
Uno su tutti: i ristoratori che hanno deciso di non chiudere in questi duri mesi, di abbracciare la sfida del cambiamento e del delivery, usciranno meglio di altri da questa crisi. Il servizio delle consegne a domicilio è stata un’ancora di salvezza per il comparto ristorativo, uno dei settori maggiormente colpiti dalle restrizioni. Il nostro è un servizio essenziale e, da subito, ci siamo impegnati per una stretta collaborazione con i nostri ristoranti partner. Si tratta di un’alleanza strategica per superare questa fase di difficoltà, ma anche per innovare e sviluppare nuovi modi di fare ristorazione.

Avete promosso sistemi di trasporto sicuri in tutti i sensi?
Tutte le piattaforme hanno introdotto la consegna in modalità “senza contatto”, proprio per tutelare la salute di rider, ristoratori e clienti. Una delle prime iniziative, inoltre, è stata la definizione di linee guida insieme alla Fipe per garantire un grado maggiore di sicurezza, dalla fase di produzione al confezionamento, fino alla consegna a domicilio del cibo.

Cosa pensa della proposta di riconoscere ai ristoratori un abbassamento al 10% dell’Iva sulle materie prime acquistate e poi utilizzate per le ricette consegnate a domicilio?
Il settore della ristorazione è stato ampiamente colpito dalla pandemia. Ogni iniziativa a sostegno del settore è estremamente importante, non solo per i ristoratori, ma per tutta la filiera.

La sua sensazione è che in questo mese di dicembre gli italiani si affideranno di più o di meno all’home delivery?
Gli italiani continueranno ad affidarsi al food delivery perché si tratta di un servizio entrato nelle abitudini di molti. La pandemia ha soltanto accelerato, per ragioni di necessità, un processo che è ineluttabile. Per questo siamo impegnati a garantire un servizio sicuro, affidabile e capace di soddisfare un’esperienza che, in questa fase, è capace di regalare momenti di normalità: continuare a “frequentare”, seppure a distanza, il proprio ristorante preferito.

 

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