Ristorante Casalta, passione di famiglia

L’amore per l’accoglienza e per la cucina si respira ovunque in questo hotel ristorante di Noventa di Piave (Ve)

È la storia di due donne appassionate, due sorelle, e del loro amore per l’accoglienza e la cucina.
È insomma la storia del loro albergo e ristorante, il Casalta di Noventa di Piave, vicino a Venezia.
Tutto inizia più di vent’anni fa, nel 1999, quando appunto la famiglia Concetti, Renata, Giorgia e il marito Sergio decidono di intraprendere un percorso che li porterà nel 2002 a gestire il ristorante Casalta.
L’albergo viene aperto nel  2006 e conta venti stanze, arredate in modo confortevole e dotate di tutte le comodità. Ma il plus è senz’altro rappresentato dal modo familiare e accogliente con cui Giorgia gestisce il suo “regno”.

COME IN FAMIGLIA
A pranzo, la clientela abituale del ristorante è composta da operai, impiegati, agenti di commercio, uomini d’affari. Alla sera, è costituita in buona parte dagli ospiti dell’hotel, oltre a tutti i clienti, habitué o di passaggio, che apprezzano la cucina genuina e gustosa proposta da Renata e l’ambiente familiare.
È Renata che cura e dirige la cucina e organizza sia il menù del giorno, a prezzo fisso, per il pranzo, sia le proposte per la cena, mentre è la sorella Giorgia che si occupa della spesa. Tra i fornitori privilegiati, il  C+C Cash & Carry di San Donà di Piave, del Gruppo Unicomm.
«Al C+C trovo tutto quello che mi serve, dai prodotti alimentari freschi per il ristorante, agli articoli per l’igiene e detergenza per l’albergo e per l’attività stagionale che gestiamo al mare – sottolinea Renata».
Ma ritorniamo in cucina.  «Anche nel menù di pranzo a prezzo fisso - dice Renata – proponiamo piatti sempre genuini e sostanziosi, preparati con cura e con ingredienti di qualità. I miei maestri sono stati mia mamma e prima ancora mia nonna e il mio bisnonno, che era un cuoco. Sono loro che mi hanno trasmesso la passione per la cucina e l’amore per le materie prime del territorio.

SPECCHIO DELLA TRADIZIONE
Il menù è ispirato alla tradizione, soprattutto veneta, ma in generale della grande cucina italiana. Tra gli antipasti, il classico tagliere con i salumi e i formaggi locali è quello che va per la maggiore. Tra i primi, diversi tipi di pasta fatta in casa della zona, come gli strigoloni al pesto di rucola o di basilico, le pappardelle fresche con un saporito sugo di anatra, gli gnocchi di patate al ragù, la pasta con radicchio e salsiccia.
Tra i secondi tante proposte di carne scelta, dal filetto alla costata, e poi cotechino con puré, manzo brasato. I dolci sono tutti fatti in casa e spaziano dal tiramisù, alla pinza tradizionale locale, e poi crostate, torta delle rose e salame di cioccolato.
Un menù “casalingo”, come dice Renata, che riflette e restituisce i sapori di casa della famiglia Concetti, «con tutta la passione che ci abbiamo messo in questi anni e che continueremo a dedicare a questa nostra attività».

Hotel e Ristorante Casalta
Via Calnova, 170
Noventa di Piave (Ve)
www.hotelcasalta.eu
Tel. 0421 307872


LA RICETTA
Pinza della Marantega è un dolce rustico a base di farina di mais gialla o bianca.
È legato alla cultura rurale e veniva tradizionalmente preparato utilizzando gli avanzi delle festività natalizie e offerto durante la festa dell’Epifania (da qui il nome, Marantega, cioè Befana).

Ingredienti:
180 g di farina di mais gialla o bianca, 70 g di farina tipo 1 macinata a pietra, 90 g di zucchero di canna, più altro per cospargere la torta, 70 g di burro, 800 ml di latte, 6 g di lievito per dolci, 60 g di uvetta, 50 g di arance candite, 20 g di zenzero candito, 10 fichi secchi, 1-2 mele, 100 ml di grappa, 1 cucchiaino di anice in semi, 1 cucchiaino di semi di finocchio, un pizzico di sale.

Procedimento:
Mettere la frutta candita, l’uvetta, lo zenzero, i fichi tagliati a pezzetti, i semi di anice e finocchio in una ciotola; versare la grappa e lasciare ammorbidire.
Portare a bollore il latte con una presa di sale. Raggiunto il bollore, versare le farine miscelate a pioggia, lentamente, mescolando bene con una frusta, affinché non si formino grumi.
Continuare la cottura, sempre mescolando, per 10-15 minuti, in modo che raggiunga la consistenza di una polentina morbida; se il composto dovesse essere troppo compatto aggiungere poco latte.
Togliere dal fuoco, unire il burro tagliato a piccoli pezzi e il lievito sciolto in qualche cucchiaio di latte, mescolando bene. Unire anche la mela tagliata a dadini, lo zucchero di canna, la frutta secca e i semi ammorbiditi dalla grappa.
Mescolare bene quindi versate l’impasto in una tortiera rettangolare o quadrata (30 x 30 cm) rivestita di carta forno. Livellare e cospargere la superficie con zucchero di canna.
Cuocere a 180° per circa 50-60 minuti, in modo che si formi una crosticina dorata in superficie.
Servire con guarnizione a piacere.



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